Gnambook_124 - Abbandonare un gatto di Haruki Murakami
Questo libro è stato letto e cucinato da Zazie, che anche se non ama Murakami, ha deciso di tuffarsi in un suo racconto (e non se n’è pentita).
Noi tutti non possiamo che respirare l’aria del nostro tempo, sopportarne il peso e crescere dentro la sua cornice.
Letto e divorato…
Ingredienti
1 gatta abbandonata su una spiaggia
innumerevoli gocce di pioggia
Svolgimento:
Abbandonare un gatto c’entra poco coi gatti e molto con il padre dell’autore Haruki Murakami. Prima di scriverne ha lasciato sedimentare la morte del padre, si è tenuto dentro questa intenzione a lungo, “come una spina rimasta in gola”.
Il padre di Murakami viene mandato, in giovane età, a vivere da un priore di campagna, a Nara, nella speranza che la famiglia del religioso lo adotti. In un’epoca di fame e di stenti, questa pratica era abbastanza comune in Giappone. Ma il destino non aveva in serbo per lui un futuro da novizio, semmai una breve e faticosa carriera nell’esercito.
Forse si è portato dentro a lungo quella sensazione di essere indesiderati, una sensazione che ha ritrovato molti anni dopo, quando ha deciso di abbandonare la gatta di casa su una spiaggia, insieme al figlio, apparentemente senza motivo. Ma la gatta, come per miracolo, ritorna a casa da sola, col sollievo, lo stupore e l’ammirazione di padre e figlio.
Questo memoir tocca delicatamente il tema della frustrazione vissuta dai genitori che hanno grandi aspettative sui figli, senza dimenticare il loro malessere perché immancabilmente tradiscono le loro speranze. E tutto il peso morale che si portano dentro.
Come sempre, dall’autore giapponese non ci si deve aspettare grandi rivelazioni o messaggi. Murakami ci ricorda solo che spesso, noi umani, consideriamo destino eventi che dipendono dal caso. Ma ognuno di noi non è altro che una delle innumerevoli gocce di pioggia che cadono su una vasta pianura… gocce tutte diverse, ma tutte sostituibili. E così Murakami racconta un frammento anonimo della storia, la storia del padre, una goccia che ha fatto il suo percorso dal cielo alla terra ed è caduta disperdendosi in mezzo a tutte le altre.
… e poi riletto e cucinato
Abbiamo pensato a questa ricetta fresca e profumata, immaginando di consumarla durante una delle scene descritte da Murakami in questo libro: lui, in veranda d’estate, con il gatto a languire al sole.
Insalata di cetrioli
Ingredienti:
3 cetrioli medi oppure 1 lungo
3 spicchi di aglio
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di aceto di vino di riso
1 cucchiaino di olio di sesamo tostato
mezzo cucchiaino di olio piccante
sale q.b.
Svolgimento:
Taglia i cetrioli in grossi pezzi, poi schiacciali più volte con il lato piatto di un coltello, una lama o un mattarello pesante, fino a quando non si rompono. Dopo di che tagliate il cetriolo diagonalmente. Mettete i pezzi di cetriolo in una ciotola, salateli e metteteli in freezer per 15 minuti. Scolate e asciugate i cetrioli dall’acqua che avranno rilasciato e aggiungete tutti gli ingredienti per profumarli e renderli irresistibili.
(ricetta tratta dal ricettario The vegan chinese kitchen di Hannah Che)
Spuntini: un altro paio di bocconi
Leggere a morsi
Murakami non avrebbe bisogno di presentazioni, molti lo conoscono già per i suoi famosissimi Kafka sulla Spiaggia, Tokyo blues e La ragazza dello Sputnik. Ma ci ha incuriosito scoprire che Abbandonare un gatto è il suo primo memoir, il primo libro in cui parla di sé e della sua vita.
Note a margine
Le illustrazioni di questa edizione Einaudi Super Coralli sono di Emiliano Ponzi, che ha colto la poesia e l’abbandono del Giappone del dopoguerra con i suoi tratti delicati e malinconici.Magici schermi
Nei suoi film, in particolare con I 400 colpi e Il ragazzo selvaggio, François Truffaut esplora spesso il tema dell’abbandono, anche lui allontanato dai genitori, scartato come un ingombro.
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