Gnambook_112 - Consigli per sopravvivere in natura di Margaret Atwood
Questa raccolta di racconti è stata letta e cucinata da Zazie, che più che sopravvivere in natura, cerca di sopravvivere a se stessa.
“Niente elastici, niente spille, niente imbottitura, niente irritazione. Era la pubblicità di una marca di assorbenti, ma era anche il loro leitmotiv. Era quello che volevano entrambi: la libertà dal mondo materno, dal mondo delle precauzioni, dal mondo dei doveri, del destino e dei pesanti vincoli femminili sulla carne. Volevano una vita senza conseguenze. Fino a quel momento, ci erano riusciti.”
Letto e divorato…
Ingredienti:
10 racconti ambientati tra il 1950 e il 1990
10 paesaggi interiori
1 mondo che crolla in un silenzio assordante
Svolgimento:
Consigli per sopravvivere in natura pesa sul cuore come un macigno. Perché, dunque, farsi del male? Perché tra le righe di ogni pagina scritta da Margaret Atwood si vede chiaramente lo sguardo spento delle sue protagoniste e dei suoi protagonisti, e potresti sorprenderti nel renderti conto di quanto assomiglino al tuo. Non solo: in disparte puoi assistere indisturbata al mondo che crolla silenziosamente, tra piogge acide, ormoni nella carne, mercurio nel pesce, pesticidi nella verdura, veleno nella frutta, discariche tossiche, rifiuti radioattivi e virus invincibili.
In questo lento e inesorabile declino, a volte quasi impercettibile, troviamo Lois, che osserva i quadri appesi ai muri della sua casa e ci vede dipinto il fantasma dell’amica scomparsa quando erano ragazze. Seguiamo in punta di piedi Richard, che vive la sua quotidianità con apparente soddisfazione, ma sotto pelle pulsa il turbamento di un incontro di 30 anni prima. Poi vediamo Susanna, famosa, acclamata, brillante e talentuosa, crollare senza difese sotto il peso del tradimento di un amico. Infine diventiamo testimoni dell’annientamento di Molly, una virago idealista, determinata a trasformare la vita delle persone, la cui missione viene stroncata da chi le era più caro.
I racconti contenuti in Consigli per sopravvivere in natura sono stati definiti cautionary tales, ovvero racconti-fiaba che hanno il preciso scopo di “mettere in guardia”. Ma i consigli che vuole darci Margaret Atwood non sono chiari. Di cosa dobbiamo avere paura, quindi, del mondo, degli uomini, di noi stesse? Oppure non dobbiamo muoverci con cautela, ma solo tenere gli occhi bene aperti di fronte al futuro che si sbriciola tra le nostre mani?
… e poi riletto e cucinato
La scelta di cosa mangiare non è affatto una decisione solo razionale, ci sono combinazioni che funzionano come dei sensori nella nostra mente. Per questo vi consiglio di abbinare questa lettura a un sapore che diventi dolce sotto il palato e che vi accolga in un abbraccio caldo. Questo riso fritto alla zucca è semplicissimo, ma efficace nel sollevare, almeno per un po’, qualsiasi cuore ferito.
Riso fritto alla zucca
Ingredienti:
90g di riso per persona
mezza zucca violina
erbe aromatiche a piacere
1 spicchio di aglio
1 cipollotto (parte verde inclusa!)
olio extravergine q.b.
Svolgimento:
Fate bollire il riso in abbondante acqua salata per i tempi di cottura riportati sulla confezione. Potete usare sia riso tradizionale, che integrale, oppure un riso basmati, ma ovviamente i tempi di cottura cambieranno di parecchio. Lasciatelo leggermente al dente e mettetelo da parte.
Contemporaneamente tagliate la zucca a cubetti e conditela in una ciotola con abbondante olio, sale, pepe e le erbe aromatiche che più vi piacciono. Io vi consiglio salvia e timo. Una volta che avrete mescolato per bene e vi sarete assicurati che ogni cubetto sia ben unto di olio, mettete tutto su una teglia da forno e cuocete a 180 gradi per circa 30/40 minuti. Una volta che la zucca avrà fatto una bella crosticina, sarà pronta.
E ora il tocco di classe, quello che rende questo piatto davvero gustoso: friggete il riso in abbondante olio di oliva, per pochi minuti, e poi conditelo con la zucca al forno.
Spuntini: un altro paio di bocconi
Leggere a morsi
Non è la prima volta che vi parliamo di Margaret Atwood, e come potevamo non farlo? Abbiamo scritto de Il canto di Penelope nella nostra newsletter numero 38 e vi abbiamo raccontato il romanzo La donna da mangiare nella numero 80.
Musica per le nostre orecchie
Forse non tutti gli album dei Subsonica sono adatti a evocare l’atmosfera rarefatta e opprimente di questi racconti, ma ci sentiamo di consigliarvi di ascoltare Terrestre mentre vi immergete in questa lettura, un album che sa di inverno e di nebbia di palude.A zonzo
È una Toronto silenziosa e inquietante, quella in cui Margaret Atwood ambienta alcuni dei racconti di questa raccolta. Una città che sembra uscire da un passato misterioso e sinistro, una città che non promette alcun futuro e ti abbraccia come una trappola.☕️ Un caffè insieme!
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